«Oltre il 3% delle spese finali del bilancio dello Stato non è assoggettata ad alcuna forma di monitoraggio e di controllo da parte della Ragioneria». Lo ha sottolineato il Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, durante il suo intervento in commissione Bilancio al Senato sottolineando che «appare opportuno intervenire» su quella che ritiene essere «una quota non trascurabile della spesa».

Troppi enti e organismi pubblici non soggetti a forme di vigilanza. Per il Ragioniere generale dello Stato non solo i bilanci della Presidenza della Repubblica e delle Camere, ma anche quelli delle Università, delle Authority indipendenti e delle Agenzie Fiscali sono fuori dal controllo della Ragioneria Generale dello Stato. «Vi sono enti e organismi pubblici (come le Agenzie fiscali, le autorità indipendenti nonchè alcune amministrazioni pubbliche), - ha spiegato Canzio - che pur ricevendo risorse dal bilancio dello Stato non sono attualmente soggetti a forme di controllo, conoscenza, vigilanza». La Ragioneria vorrebbe controllare Agenzia delle Entrate e concessionari della riscossione (Equitalia) per verificare la «corretta contabilizzazione dei dati» anche relativi alla gestione delle entrate e l'effettiva riscossione delle somme accertate. Canzio ha, infatti, evidenziato un «disallineamento tra le scritture contabili dell'Agenzia delle Entrate e quelle prodotte dall'agente della riscossione» e ha proposto di «riformare le modalità di controllo degli atti dell'Agenzia delle Entrate nonché di quelli dei concessionari della riscossione, anche ai fini di una corretta contabilizzazione dei dati, per una migliore integrazione nel bilancio dello Stato».

Indispensabile superare la Babele dei criteri per i bilanci. È necessario superare la Babele dei criteri, spesso molto differenti tra loro, utilizzati per i bilanci degli enti territoriali, che impediscono un efficace controllo e coordinamento dei conti pubblici. Indispensabile un bilancio consolidato degli enti locali nel quale entrino anche le spese delle società partecipate, necessaria un'armonizzazione dei bilanci degli enti territoriali, con un occhio anche alle regole (il Sec 95) previste in sede europea. «Il governo unitario della finanza pubblica - ha ricordato il Ragioniere generale dello Stato - ha, come premessa necessaria, la confrontabilità dei dati di bilancio delle differenti amministrazioni. Attualmente i dati contabili degli enti territoriali risentono fortemente dell'assenza di bilancio omogenei. Ciò è particolarmente rilevante per le Regioni e le Province autonome i cui bilanci sono classificati con modalità tra loro non omogenee, avendo ciascuna Regione e Provincia autonoma adottato un proprio schema contabile che non consente l'agevole raccordo delle informazioni rilevate».

Sempre più limitato il margine di manovra delle Pa. Il bilancio dello Stato troppo rigido e l'adozione di manovre correttive ha ridotto sempre di più il margine di manovra delle amministrazioni pubbliche che dal già minimo 7,3% del 2008, scenderà addirittura al 3,4% (pari a 18 miliardi) del 2001. Canzio nel corso dell'audizione ha sottolineato che la maggior parte dei 750 miliardi di euro del bilancio dello Stato è utilizzata da oneri inderogabili e spese già impegnate da leggi. Le amministrazioni pubbliche possono gestire solo una piccola parte ma il margine di manovra, che nel 2008 era attorno al 7,3%, si è ridotto con le ultime manovre: quest'anno sarà di soli 25 miliardi, pari al 4,6% del bilancio per arrivare ai 18 miliardi del 2011 (pari al 3,4%). Canzio ha espresso un parere favorevole sui maggiori margini di flessibilità per le risorse previste all'interno dei capitoli-missione che dovrebbero caratterizzare il nuovo Bilancio.

Risorse della Ragioneria tagliate del 30-40 per cento. E la Ragioneria generale dello Stato è in difficoltà nell'eseguire i suoi compiti istituzionali per i forti tagli alle risorse disponibili, pari al 30-40 per cento. I problemi, poi, potrebbero aumentare con la nascita di una banca dati per il monitoraggio dei conti pubblici, se non ci sarà un'adeguata copertura per i costi che ne deriveranno. La Ragioneria, ha detto Canzio, «ha già manifestato la propria disponibilità a curare realizzazione e gestione della banca dati. Gli oneri relativi alla sua strutturazione e implementazione, per i quali, sarà comunque necessario reperire idonea copertura, saranno senz'altro inferiori ai benefici che da essa potranno derivare».

 

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